In questa XXVI Giornata Mondiale della Vita Consacrata accompagniamo nella preghiera la vocazione di ciascuno di voi, sorelle e fratelli consacrati: i nostri occhi hanno visto la salvezza del Signore.
«Simeone – scrive San Luca – “aspettava la consolazione di Israele” (Lc 2,25). Salendo al tempio, mentre Maria e Giuseppe portano Gesù, accoglie tra le braccia il Messia. A riconoscere nel Bambino la luce venuta a illuminare le genti è un uomo ormai vecchio, che ha atteso con pazienza il compimento delle promesse del Signore. Ha atteso con pazienza […]. Nella preghiera ha imparato che Dio non viene in eventi straordinari, ma compie la sua opera nell’apparente monotonia delle nostre giornate, nel ritmo a volte stancante delle attività, nelle piccole cose che con tenacia e umiltà portiamo avanti cercando di fare la sua volontà» (Francesco, Omelia, 1° febbraio 2021).
Oggi, la promessa è nascosta nella terra spesso arida ma sempre feconda della storia, scorre tra le ferite, le speranze e le angosce di tutti gli uomini e le donne del nostro tempo – dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono (cf. GS 1) – e che, per germogliare, attende qualcuno che se ne prenda cura. Abbiamo bisogno della pazienza del contadino che non è nutrita da falsa speranza ma dalla certezza di chi riconosce la potenzialità della vita e di essa si occupa.
Preghiamo, perché molti giovani uomini e donne redenti riconoscano nelle comunità di vita consacrata lo spazio e i volti con i quali spendere la vita per amore di Cristo e dei fratelli, a servizio del Vangelo della vita. Buona festa a tutti/e.
don Michele Gianola
Direttore UNPV
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