In inglese, il punto di vista che si ha quando la macchina da presa viene posizionata direttamente sopra la scena si chiama God’s eye view, un’espressione che tra l’ironico e il serio individua in Dio colui che guarda dall’alto e che guarda tutto.
Martin Scorsese, ad esempio, ne fa ampio uso: innalza cioè lo spettatore al di sopra della scena per permettergli di scrutare nella sua interezza lo spazio in cui l’azione si svolge, cosicché ad esempio diventa possibile “vedere il futuro” perché si è a conoscenza di cosa il personaggio troverà svoltando l’angolo, quando invece lui ancora non lo sa.
È una maniera tutta umana di provare a immaginare quale sia il punto di vista di Dio, la cui visuale è la più ampia possibile. Non alla maniera del Grande Fratello di Orwell che indaga e punisce, ma alla maniera di un amico sapiente che accompagna ovunque e in qualunque momento, che gioisce, sprona e consola lungo la strada verso il punto di arrivo che – Lui sì – già vede.
Martin Scorsese // God's Point of View from Jorge Luengo Ruiz on Vimeo.