C’è qualcuno che si prende cura di me? C’è qualcuno o non c’è nessuno? È una domanda di senso che abita nella profondità di ogni persona e attraversa in modi diversi le varie fasi della vita. È tanto
profonda e delicata che spesso rimane silente, sia nel bambino ancora totalmente incapace di formularla, sia nell’ adulto seppur già confortato dalla vita.
Appena nati siamo affidati al mondo circostante e abbiamo bisogno di qualcuno che ci protegga, che ci «dia il permesso» di vivere il più possibile serenamente il nostro essere limitati e bisognosi di cure. Perché questo avvenga per il bambino è necessaria la presenza di un’unica condizione: «Il poter credere in un’alterità buona, capace e disposta ad accogliere la nostra vulnerabilità, a non usarla contro di noi e a non percepirla come inaccettabile»