UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DELLE VOCAZIONI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Io… vengo a cercarti

Come una cascata benefica e salutare, il verbo della riconciliazione, che l’apostolo Paolo annuncia come un vangelo, scende e immerge il lettore. In soli tre versetti (2Cor 5,18-20), la parola “riconciliazione” (katallagē) e il verbo “riconciliare” (katallàssein) compaiono cinque volte. L’apostolo Paolo si accende in una supplica accorata: per vivere la parola della riconciliazione, cordone […]
14 Febbraio 2019

Come una cascata benefica e salutare, il verbo della riconciliazione, che l’apostolo Paolo annuncia come un vangelo, scende e immerge il lettore. In soli tre versetti (2Cor 5,18-20), la parola “riconciliazione” (katallagē) e il verbo “riconciliare” (katallàssein) compaiono cinque volte. L’apostolo Paolo si accende in una supplica accorata: per vivere la parola della riconciliazione, cordone ombelicale tra Dio e l’uomo in Gesù Cristo, occorre pregare. È necessario che Paolo non esorti più soltanto con il fuoco della sua parola, o che susciti la fede proclamando la riconciliazione che Dio ha operato in Cristo: ora occorre mettersi nell’atteggiamento della supplica (v. 20). E implora: «Lasciatevi riconciliare con Dio». È Dio che prende l’iniziativa e raggiunge l’uomo esattamente quando lui era peccatore, empio: «Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi» (Rm 5,6).

2014

3

di Rosario Graziosi