Lungo i secoli questo racconto non ha perso nulla della sua potenza: chiunque si soffermi un momento a riflettere sul gesto di Gesù ne riconosce la profondità, le molte implicazioni per la vita personale ed ecclesiale. È una prospettiva così provocatoria da correre il rischio di venire sottilmente "addomesticata": anche il rito che oggi la ri-presenta può essere inteso, riduttivamente, come un insieme di gesti capaci di generare un'elevazione spirituale, ma che faticano a determinare l'autocomprensione ecclesiale.
Lo diceva molto bene don Tonino Bello: «La Chiesa che cinge il grembiule, con gli abiti tirati un po' su, sembra un'immagine troppo ancillare, indegna della sua grandezza>> 1. Eppure, puntualizzava, la veste liturgica indossata da Gesù nel corso della prima Messa era stata proprio un asciugatoio, un grembiule, segno della vocazione nativa al servizio per la Chiesa che in lui trovava origine.
«Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi» (Gv 13,15 ) . In obbedienza all'insegnamento del suo Signore, la Chiesa primitiva si impegna immediatamente nella diakonia verso i fratelli, specialmente verso i più poveri, facendone uno dei propri tratti costitutivi: nel libro degli Atti (6,1-7) Luca racconta come il servizio alle mense si sviluppi parallelamente al servizio della Parola.