La solitudine: uno dei drammi più diffusi e pervasivi del nostro tempo; essa è una delle ferite più profonde che molte persone, oggi, vivono e portano con sé.
Nel nostro impegno di educatori, di accompagnatrici e accompagnatori vocazionali, siamo chiamati spesso a curare le ferite di coloro che ci affidano la loro vita e il loro cuore; ma non possiamo fare questo, se Qualcuno non ha curato le ferite che ciascuno di noi porta dentro di sé.
Quali sono le nostre ferite? Le potremmo chiamare con molti nomi: alienazione, separazione, perdita, isolamento, solitudine; ecco, credo che la parola “solitudine” esprima, meglio di altre, quello che ciascuno di noi può vivere e ciò di cui siamo chiamati a farci carico, nel cammino con gli altri.
Tuttavia, la solitudine è una ferita che può diventare una fonte inesauribile di auto comprensione; ma è necessario guardarsi con molta attenzione da coloro che promettono soddisfazione immediata e rapido sollievo.