Quando la concentrazione è tutta fissa sul proprio spartito, è difficile sapere cosa sta succedendo dall’altra parte dell’orchestra. E quando si suona al proprio posto è difficile sapere cosa sta ascoltando lo spettatore seduto al centro della platea.
Servirà qualcuno a cui fare riferimento, qualcuno che conosca la partitura di ciascuno e che al contempo abbia la visione d’insieme. Qualcuno che porti alla luce il talento di ogni membro e che sappia bene qual è l’obiettivo a cui si punta, la sinfonia per cui l’intera orchestra sta lavorando. Ci sarà bisogno insomma di colui che indirizza e che guida, di colui che dirige.
È in Dio che la vocazione trova la sua direzione, ma non solo: è Dio che, come un direttore d’orchestra, fa in modo che alla meta non arrivino semplicemente tutti gli strumentisti, suonando ognuno il proprio pezzo, ma che ci arrivino insieme, come un’unica orchestra, come un solo Corpo.