Il tempo di lockdown che abbiamo vissuto è stato molto faticoso per tanti, per altri meno. Per qualcuno è stato necessario stringere i denti, tenere duro e cercare di attraversare, per qualcun altro il tempo di isolamento forzato si è presentato come una occasione feconda per abitare di nuovo relazioni importanti e farle ricominciare laddove la ruggine del tempo, dell’abitudine o dell’incomprensione ne aveva impedito il libero fluire; per altri ancora i rapporti si sono fatti ancora più faticosi, duri, gravosi.
In tutto questo, due parole hanno accompagnato la vita di ognuno e chi se le è sentite rivolgere nella verità, a voce oppure scritte in una chat, ne ha potuto godere la vitalità e sentirsi rinvigorito: «Come stai?». È la possibilità offerta di raccontare gli affanni, i dolori, le ansie, le fatiche, le gioie e le preoccupazioni dell’oggi e del domani, è l’energia trasmessa dal sentirsi parte dell’interesse di un altro (...).
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