Rubrica di Olinto Brugnoli
DUE GIORNI, UNA NOTTE
Titolo originale: Deux jours, une nuit; regia: Jean-Pierre e Luc Dardenne; sceneggiatura: Luc e Jean-Pierre Dardenne; fotografia: Alain Marcoen; montaggio: Marie-Hélène Dozo; interpreti: Marion Cotillard, Fabrizio Rongione, Catherine Salée, Olivier Gourmet; produzione: Le Films du Fleuve, Archipel 35, Bim, Eyeworks; distribuzione: Bim; durata: 95’; origine: Belgio/Francia, 2014.
Applaudita in concorso a Cannes 2014, l’ultima opera dei fratelli Dardenne persegue con coerenza e rigore la linea tematica e stilistica dei fratelli belgi, sempre attenti al mondo del lavoro, alle ingiustizie di un sistema capitalistico che mette in secondo piano le persone, ai valori legati alle relazioni umane quali la solidarietà, la comprensione e la condivisione.
La vicenda. Sandra, sposata a Manu e madre di due bambini, lavora in una fabbrica di pannelli solari, la Solwall. A causa di una depressione, Sandra è rimasta a casa dal lavoro per un certo periodo di tempo. Ora è guarita, ma quando ritorna in fabbrica viene a sapere che il proprietario, il signor Dumont, ha indetto un referendum tra i dipendenti per decidere se riaccettarla o se, in cambio di un bonus di mille euro a testa, licenziarla definitivamente.