Rubrica di Antonio Genziani.
Sandro Filipepi, detto il Botticelli, nasce a Firenze nel 1445 da Mariano Filipepi - conciatore di cuoio e pellami - e da Monna Smeralda, sua moglie. Ultimo di quattro figli, abita in una casa in affitto vicino alla chiesa di Ognissanti, insieme ai fratelli Giovanni, Simone, che diventerà seguace del Savonarola, e Antonio - orafo detto “Batticello” o “Battiloro” da cui deriva il soprannome che sarà poi adottato da tutti i fratelli. Per poter comprendere il significato di quest'opera bisogna far riferimento al Vangelo di Luca (cap. 1, 39-56). Botticelli non ha voluto raffigurare il momento dell'incontro di Maria con sua cugina Elisabetta o il momento in cui Maria innalza a Dio il canto del Magnificat; ha scelto un momento successivo alla nascita di Gesù bambino. Mi piace interpretare in questo modo l'intuizione dell'artista: Maria può vedere, sperimentare, stringere a sé il frutto dell’annuncio dell’angelo e sente il bisogno di porre per iscritto il suo canto di lode (scrive il Magnificat mesi dopo il suo canto).