La gratitudine coincide con lo stupore: la bocca spalancata del bambino, che all'adulto sovente non appartiene più, dice della rivoluzione intellettuale che l'esperienza dell'essere grato genera.
La gratitudine richiede, è così, una fondamentale precondizione: l'ignoranza.
La riconoscenza più profonda esplode dal "non sapevo", "non immaginavo", "non me lo aspettavo": ecco perché Dio abita il mistero. Non gioca a nascondino perché irride il nostro bisogno di sapere. Lui sta negli interstizi della conoscenza per abilitarci alla grazia del "non sapere".
Non sapere quel che accadrà: il futuro senza assicurazioni e rassicurazioni è quel che spaventa ogni uomo e ogni donna. Che per questo spesso rincorre oroscopi o scienza: per sapere, prevedere, controllare.