Vocazione è questione di amore. Posso essere prete, frate suora, sposo, sposa, single ed essere persona tremendamente infelice, perché tiepida, chiusa nel mio mondo. La vocazione è ardere di un amore che brucia senza consumarsi verso Dio e verso l’uomo. Le nostre proposte vocazionali come il Gruppo Sichem, il Gruppo Myriam, gli esercizi spirituali di Natale, la vita quotidiana in Ora Decima mirano a questo, aiutare le persone ad incontrare o a consolidare la propria fede e la propria vita in Gesù, Via Verità e Vita che ci conduce al Padre. L’essere in Dio, sentirsi in cammino con lui, cogliere che lui ci ama per quello che siamo è camminare nel giardino di Dio, è vivere a pieno lo stile vocazionale. Ci sono due termini inglesi che si assomigliano molto: faith and fight, fede e lotta. Sì, il cammino vocazionale penso sia anche questo, fede o lotta in continua divenire. Credo perché continuo a lottare, lotto perché ho fede e mi abbandono nelle mani del Signore. Al termine del nostro “viaggio” sarebbe bello presentarsi di fronte al Padre con queste parole di San Paolo: «Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede (2 Tm 4,7)».
Gianni Magrin, direttore CDV