Il prefetto della Congregazione per il Clero indica dunque tre “parole chiave” per cogliere la visione di fondo del documento. Innanzitutto “umanità”: abbiamo bisogno di sacerdoti “dal tratto amabile, autentici, leali, interiormente liberi, affettivamente stabili, capaci di intessere relazioni interpersonali pacificate e di vivere i consigli evangelici senza rigidità, né ipocrisie o scappatoie”. La seconda parola è “spiritualità”: il prete, ammonisce il cardinale Stella, non è un “organizzatore religioso o un funzionario del sacro, ma è un discepolo innamorato del Signore, la cui vita e il cui ministero sono fondati nell’intima relazione con Dio”. Infine, la terza parola: “discernimento”. Il porporato ricorda che, parlando all’ultima assemblea della Compagnia di Gesù, il Papa aveva manifestato la preoccupazione che nei seminari “è tornata a instaurarsi una rigidità che non è vicina a un discernimento delle situazioni”. La “sfida principale”, ribadisce dunque il cardinale Stella, che la Ratio intende raccogliere “ci viene ancora da Papa Francesco: formare preti lungimiranti nel discernimento”.