L’intrepido
Regia: Gianni Amelio
Soggetto: Gianni Amelio
Sceneggiatura: Gianni Amelio, Davide Lantieri
Musica: Franco Piersanti
Scenografia: Giancarlo Basili
Interpreti principali: Antonio Albanese, Livia Rossi,
Gabriele Rendina, Alfonso Santagata, Sandra Ceccarelli
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 104’
Origine: Italia, 201
Presentato in concorso a Venezia 70.
Dopo il bellissimo e intenso Il primo uomo, tratto dall’ opera postuma di Albert Camus, il regista Gianni Amelio cambia decisamente registro e presenta un’opera che, già dal titolo, rivela un carattere favolistico e allegorico. Il titolo, ha dichiarato il regista, «riporta ai fumetti che divoravo da ragazzino. In quel giornaletto c’erano figure illustrate, ma io le credevo reali; si narravano storie fantasiose, ma io pensavo che la vita fosse quella».
La vicenda
Antonio Pane vive a Milano. Essendo rimasto senza lavoro, se n’è inventato uno molto particolare, quello di “rimpiazzare”, cioè di prendere, anche solo per qualche ora, il posto di chi si assenta, per ragioni più o meno serie, dalla propria occupazione ufficiale. Antonio è un uomo buono e disponibile. È separato dalla moglie, che se n’è andata con un altro, e ha un figlio, Ivo, che studia al conservatorio e suona il sassofono. Antonio ama il lavoro, qualsiasi lavoro, e si cimenta con maestria nelle più svariate occupazioni. Un giorno incontra Lucia, una ragazza piena di problemi, con la quale instaura un rapporto di autentica amicizia, che gli fa assaporare l’amore di cui è stato privato. Ma la sua bontà non è sempre ricambiata da chi ha a che fare con lui. Anzi, le cose sembrano andare di male in peggio e Antonio si sente sfruttato e inutile. Soprattutto quando Lucia, in preda alla disperazione, si suicida e il figlio va in crisi dal punto di vista professionale. Quando s’accorge che le sue prestazioni vengono sfruttate per fini disonesti, rimane sconvolto e scappa da quel mondo inautentico e disumano. Più tardi lo troviamo in Albania a fare il minatore. Incontra Ivo che dovrebbe suonare con la sua band, ma che è in preda ad una crisi di panico. Dopo un accorato colloquio con il figlio, Antonio prende il suo posto di sassofonista, permettendo ad Ivo di sbloccarsi e di ottenere un meritato successo.
Ora finalmente Antonio s’accorge con soddisfazione che la sua bontà ha prodotto qualcosa di importante.