UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DELLE VOCAZIONI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Vieni e vedrai

Vieni e vedrai  I giovani, la fede  e il discernimento vocazionale  Lettera pastorale Reggio Emilia, 4 novembre 2016 Anno Santo della  Misericordia Cari fratelli e sorelle, più volte, negli incontri che ho avuto con tante persone durante la visita pastorale o nelle lettere che ricevo, mi sento rivolgere questa domanda: “in futuro, ci sarà ancora un prete […]
15 Novembre 2016

Vieni e vedrai 

I giovani, la fede  e il discernimento vocazionale 

Lettera pastorale Reggio Emilia, 4 novembre 2016 Anno Santo della  Misericordia

Cari fratelli e sorelle,

più volte, negli incontri che ho avuto con tante persone durante la visita pastorale o nelle lettere che ricevo, mi sento rivolgere questa domanda: “in futuro, ci sarà ancora un prete nella nostra parrocchia?”. In queste parole trovo la fede del nostro popolo che desidera essere alimentata e rinnovata; leggo le storie di tanti sacerdoti – che spesso mi giungono attraverso le loro biografie – che hanno inciso i loro nomi nelle vicende personali di molti uomini e donne e nella realtà sociale di paesi e città della terra reggiano-guastallese; sento anche il timore – giustificato dalla drastica riduzione del numero degli ordinati – di essere abbandonati o non più seguiti come un tempo.

Così nella mia giornata, e soprattutto nella mia preghiera, ritorna quella domanda: “ci sarà ancora un prete?”. Essa si converte in altri interrogativi che occupano il mio cuore e la mia mente come vescovo di questa Chiesa, interrogativi che mi hanno deciso a dedicare questa mia seconda lettera pastorale al tema della vocazione, e in particolare della vocazione presbiterale.

Vedo perciò questo mio scritto in profonda connessione con la prima lettera pastorale dedicata al diaconato permanente. Le diverse vocazioni nella Chiesa hanno un unico scopo: delineare il nostro volto personale e, nello stesso tempo, indicare la modalità concreta con cui ciascuno di noi partecipa alla costruzione dell’unico Corpo di Cristo.

Quando scrivevo la lettera sul diaconato pensavo alle nostre comunità, al grande dono delle vocazioni che in esse abitano, ma anche alle tensioni, alle divisioni, alle tentazioni di potere che purtroppo non sono mai assenti dal nostro cuore di uomini bisognosi di guarigione. È proprio la speranza di aiutare le nostre comunità cristiane ad essere più vere, più consapevoli e più missionarie che mi spinge a continuare la prima lettera con questa seconda.

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