UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DELLE VOCAZIONI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Accompagnare oggi nelle e dalle periferie dell’umano

Prima di intraprendere con timore e tremore il lungo viaggio verso le periferie dell’altro, è necessario compiere, come diceva Martin Buber, il viaggio più drammatico e difficile che esista, ossia quello verso se stessi. Occorre inabissarsi, come palombari dello spirito, all’interno del proprio mondo interiore, per poi accorgersi che per questo luogo misterioso e profondo […]
15 Gennaio 2019

Prima di intraprendere con timore e tremore il lungo viaggio
verso le periferie dell’altro, è necessario compiere, come diceva
Martin Buber, il viaggio più drammatico e difficile che esista,
ossia quello verso se stessi. Occorre inabissarsi, come palombari dello
spirito, all’interno del proprio mondo interiore, per poi accorgersi
che per questo luogo misterioso e profondo non esistono mappe di
alcun tipo o navigatori satellitari.
Nell’intimo di noi stessi, abisso e deserto insieme, si prenderà coscienza
delle molte ferite che ci abitano – inferteci chissà quando
–, sogni mai realizzati, ombre, limiti, fragilità, peccati e comunque
tanto dolore. Per questo siamo così soliti navigare per altri mari, più
certi, meno perigliosi e comunque sempre in superficie. Qui è solo
calma piatta. Tutto ben definito, prevedibile, sicuro e rassicurante.
Ma chi vive sempre sulla superficie delle cose, e quindi, in ultima
analisi, fuori di sé, è un uomo slogato, letteralmente “senza luogo”.
Occorre prendere coscienza del mondo che ci portiamo dentro.

2016

4

di Paolo Squizzato