Rubrica di Antonio Genziani.
Caravaggio, La deposizione di Cristo. Pinacoteca Vaticana-Città del Vaticano
L’opera, per il suo realismo, si distanzia dalle pale d’altare fin d’allora commissionate, “soavi e leggere”. Anche tra i critici del tempo è considerata la più bella opera del Caravaggio. Tutti i personaggi esprimono l’amore, la cura e la dedizione verso Gesù nel momento in cui è deposto dalla croce. La composizione dell’opera è pensata come una rappresentazione scultorea. Sicuramente in questa tela il Caravaggio ha in mente la pietà del Michelangelo, al quale rende omaggio rappresentando Nicodemo con il suo volto. Tutti i personaggi sono disposti secondo una curva che da Maria di Cleofa arriva alla pietra sepolcrale, passando per Gesù, in una caduta dall’alto verso il basso. Questo per evidenziare ciò che avveniva sotto la pala dell’altare, quando l’attenzione era rivolta al sacerdote mentre celebrava l’Eucaristia. Iniziamo la lettura dell’opera partendo da destra, dalle tre donne in alto. Queste donne non hanno mai abbandonato Gesù, esprimono fedeltà al maestro e con il loro affetto custodiscono il suo corpo con cura e prossimità.
Il documento completo si trova sul n. 4 /2018 di "Vocazioni"